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 Solo il 5% dei multati sono arcolani

7763 verbali elevati su 491000 veicoli transitati in poco più di un mese, di cui 1293 a velocità superiore al 20% del limite consentito, ovvero 50 chilometri all’ora. Sono le cifre snocciolate lo scorso martedì sera nel consiglio comunale di Arcola dall’assessore alla viabilità Enrico Fontana sul “famigerato” rilevatore di velocità di Romito Magra, installato il 25 luglio scorso e ribattezzato a furor di popolo “tutor vampiro” per via della “strage” di multe prodotta.

Il tutor arcolano, che calcola la media oraria su una distanza di circa 500 metri, è dei primi installati sul territorio nazionale, e primo assoluto nella provincia spezzina, anche se il sindaco Livio Giorgi ha ammesso di attendere ancora dalla prefettura il definitivo via libera sulla legittimità dello strumento, che caso di negativo porterebbe all’annullamento delle sanzioni.

Le accuse di illegittimità sollevate dalle opposizioni dopo le numerosissime lamentele degli automobilisti, sono state comunque respinte al mittente dall’amministrazione, che ha risposto picche alla stessa richiesta di annullamento proposta da Pier Giorgio Leoni del Pdl e da Salvatore Romeo del Prc.

«Il rilevatore è legittimo e tutto è a norma» -ha dichiarato Fontana- «abbiamo fornito un’informazione capillare ai residenti, infatti solo il 5% dei multati sono arcolani. Inoltre le multe sono progressivamente scese dai primi giorni ad oggi, dove la media e di trenta sanzioni al giorno contro le quattrocento iniziali».

Ma la maggioranza dei verbali è stata per chi andava ai dai 51 ai 55 all’ora, cosa che ha indispettito non poco gli automobilisti. «E’ il limite di legge e l’apparecchio è tarato per la massima tolleranza prevista» ha risposto Fontana. Il numero delle sanzioni ha però sorpreso la stessa amministrazione, come hanno ammesso il sindaco Giorgi e il comandante dei vigili urbani Luigi Bonotti.

«Ci hanno accusato di non averlo posto nel centro abitato, ma la legge non lo consente» -hanno affermato- «in quella strada ci sono stati troppi incidenti, i cittadini di Romito ci sono grati per aver ridotto la velocità delle auto».

Di diverso parere il consigliere di Rifondazione Salvatore Romeo che ha chiesto di mettere al voto una mozione urgente -poi respinta- affinché il comune si autotutelasse dai tanti possibili ricorsi degli automobilisti colpiti che potrebbero avere ragione sull’illegittimità dello strumento.

«Non c’è uno straccio di delibera sull’installazione, il consiglio è stato tenuto all’oscuro di tutto» ha affermato Romeo. «Da contratto oltre 28 euro su 39 di multa andranno alla ditta installatrice, a prescindere se viene incassata o no. E’ un boomerang sull’amministrazione che potrebbe rimetterci pesantemente».

Anche il capogruppo Pdl Leoni ha annunciato ricorso, essendo uno dei settemila “pizzicati” dal tutor. Distinta la posizione del consigliere UdC Massimiliano Notarangelo che ha chiesto «di sospendere il funzionamento del dispositivo in attesa di decidere dopo un confronto tra maggioranza, opposizione e cittadini, fin’ora mancato».

Da il Secolo XIX del 15/9/11

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Quella che si è consumata nel corso del consiglio comunale di ieri sera è l’ennesima riprova dello stato confusionale in cui versa la maggioranza che dovrebbe governare il comune di Arcola.

L’occasione è stata la votazione su un ordine del giorno presentato dal consigliere di Rifondazione/Lista civica Salvatore Romeo sul ruolo dell’Italia circa la missione militare in Libia dell’Onu.

Dopo un’appassionata discussione, al momento del voto la maggioranza si esprimeva con ben tre diverse posizioni: l’astensione del sindaco Giorgi, dell’assessore Orlandi e del consigliere Notarangelo (UdC), il voto favorevole del capogruppo Bongiorno, del consigliere Zannoni e dell’assessore Fontana (che venivano pubblicamente ringraziati dallo stesso Romeo), e il voto contrario di un risoluto assessore e vero uomo forte del PD arcolano Giuseppe Mori, dell’assessore Arpe, della consigliera Elena Alpinoli che insieme al centrodestra hanno di fatto affossato la mozione del consigliere Romeo.

Infine da rilevare il palese malessere del capogruppo di maggioranza Alessandro Bongiorno circa le modalità sulla gestione del territorio e di come non si affrontano le criticità derivanti dall’alluvione del 23 dicembre.

Arcola, 9/4/11

Salvatore Romeo

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Una bretella di circa trecento metri congiungerà la rotatoria del Termo a via Sommovigo, la strada provinciale che porta ad Arcola alta. Pronti i permessi, gli espropri dei terreni e i finanziamenti (circa 800000 euro in arrivo dalla regione) con eseguibilità dei lavori immediata. Un anno circa i tempi di realizzazione da parte della provincia della Spezia.

E’ quanto annunciato lo scorso mercoledì sera da provincia e comune di Arcola ai residenti della zona che hanno gremito il centro sociale del Termo per ascoltare le decisioni congiunte delle due amministrazioni, rappresentate dal sindaco Livio Giorgi e dall’assessore comunale ai lavori pubblici Enrico Fontana assieme all’assessore provinciale alla viabilità Giorgio Casabianca e all’ingegner Gianni Benvenuto, dirigente tecnico della provincia. Una scelta definita «la migliore possibile» dagli stessi amministratori ma mal digerita da una parte degli abitanti della frazione, che avevano chiesto una decisione più condivisa e partecipata e che invece si sono visti illustrare il progetto a giochi già fatti. Ma il pubblico in sala era equamente diviso tra i contrari, molto critici sul taglio di una parte della vicina area verde utilizzata dai bambini del luogo, e i favorevoli, che vedono invece nell’opera la soluzione del problema del traffico della zona.

Il progetto prevede una strada rialzata a doppio senso di circolazione che sfocerà in una piccola rotonda all’altezza di via Sommovigo, destinata in seguito a essere «declassata da provinciale a comunale» come ha annunciato il sindaco. Venendo dalla Spezia, via Sommovigo diventerà a senso unico, scongiurando le spericolate manovre degli automobilisti che scendono da Arcola e si immettono sull’Aurelia. «E’ uno degli incroci più pericolosi della provincia» ha affermato Giorgi, evidenziando come la nuova rotatoria del Termo, realizzata dalla provincia nel 2009, abbia «sì portato indubbi benefici, senza però cancellare il rischio di incidenti». Da qui l’esigenza di completare il quadro viario, vista l’alta percorribilità della zona.

«La nostra soluzione» -ha proseguito il primo cittadino- «inevitabilmente scontenterà qualcuno, ma viene incontro alle esigenze dell’intera comunità». Critiche le opposizioni politiche, contrarie al progetto sia per la modalità della decisione, sia per il percorso stesso del tracciato che «va a intaccare l’area pubblica, una delle poche zone verdi del comune» come ha sottolineato la consigliera comunale Valentina Massi del Pdl, mentre Salvatore Romeo di Rifondazione Comunista ha chiesto all’amministrazione «di fermarsi per un ulteriore approfondimento con la popolazione e il consiglio comunale».

Molti gli interventi dei cittadini con la tensione che spesso è salita per i toni piuttosto animati della discussione. E’ stato ricordato dal pubblico l’ex consigliere di zona Amerigo Renesto, scomparso proprio un anno fa, che si era battuto molto per la sicurezza delle strade del Termo. Infine da parte della popolazione contraria alla bretella è stata annunciata una petizione per lo stop agli imminenti lavori, mentre le amministrazioni sembrano decise ad aprire a breve il cantiere.

Da Il Secolo XIX del 26/3/11

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Dopo 7 ore di discussione si è concluso oltre le quattro di mattina il consiglio sul bilancio.

Sulla proposta della giunta sono arrivate puntuali le critiche della opposizione del PDL, con Corrado Santini, della Lista civica con Salvatore Romeo e della stessa forza di maggioranza (UDC) con Massimiliano Notarangelo.

“Piatto forte” del bilancio, l’aumento della tassa della spazzatura del ben 30% per le famiglie con un servizio di raccolta che fa acqua da tutte le parti, fortemente avversata da Romeo, e l’aumento della spesa per le indennità del Sindaco e assessori di 20.000 €.

Momenti di suspance sulla votazione dell’emendamento presentato dal consigliere Salvatore Romeo che proponeva di dirottare i 20.000 € in più delle indennità a favore del sistema Protezione civile: infatti l’emendamento veniva votato da tutte le opposizioni, dalla Rosa Bianca di Notarangelo e vedeva, fra la sorpresa generale, l’astensione del capogruppo del PD, del consigliere Zannoni e dell’assessore Fontana.

Stessa votazione sull’emendamento del consigliere Santini, mentre l’emendamento del consigliere di maggioranza Notarangelo veniva respinto da tutte le altre forze della maggioranza stessa con forte disappunto del consigliere della Rosa Bianca. Rigettata dalla maggioranza la proposta di Romeo di esentare, seppur parzialmente, dalla tassa dei rifiuti le famiglie che hanno subito danni nell’alluvione del 23 dicembre.

In palese difficoltà l’amministrazione sui ritardi dell’adozione del PUC che portava Romeo a sostenere che la volontà della Giunta sia quella di non approvare il Puc stesso in questa legislatura: infatti nessuna data veniva sostenuta a questo proposito dall’assessore all’urbanistica e dallo stesso Sindaco.

Infine il bilancio veniva approvato dal PD, PdCI, PSI con l’opposizione del PDL, Lista civica/Rifondazione e l’astensione della Rosa Bianca.

Il capogruppo Lista Civica/ Rifondazione Comunista

Salvatore Romeo

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Ora è ufficiale: Enrico Fontana rientra nella giunta comunale di Arcola dopo quindici mesi dalle sue clamorose dimissioni da assessore all’indomani delle elezioni del 2009. Dopo l’incontro di ieri con il sindaco arcolano Livio Giorgi, il consigliere comunale dei Comunisti Italiani ha accettato la delega ai lavori pubblici completando così il rimpasto di giunta iniziato il 7 ottobre scorso con la nomina dei nuovi assessori Luigi Arpe, Roberto Colombo e Giuseppe Mori. Secondo la dirigenza spezzina del Pdci la scelta di riallacciare i rapporti con il Pd locale è svincolata dalla questione-Provincia, che ha visto quest’estate lo strappo tra il presidente Marino Fiasella e il partito di Enrico Vesco.

«Ad Arcola è stato ricostruito un percorso interrotto oltre un anno fa ma è molto improbabile che ciò avvenga anche in altri enti» afferma Pierluigi Sommovigo, segretario provinciale del Pdci. Il reintegro di Fontana in giunta provoca subito le reazioni politiche delle forze di centrosinistra escluse. «Il rapporto tra l’IDV e la coalizione, impersonata dai sindaci, tutti del Pd, vive momenti di forte tensione» dichiara Antonio Parrillo, referente arcolano del partito di Di Pietro.

«Italia dei Valori» -prosegue Parrillo- «pur essendo stato determinante nella vittoria a sindaco del candidato Giorgi, ha sempre ritenuto di dover attribuire alle istituzioni il proprio ruolo, ma senza mai perdere di vista la possibilità di confrontarsi con il sindaco, eletto anche grazie ai nostri voti. Non si può pensare di essere alleati per tirare la volata ai propri candidati e poi dimenticare di chi ha contribuito alla vittoria. Nasce quindi un reale problema politico, siamo nel mezzo di un incidente diplomatico».
Duro anche il commento di Livio Grazzini, vice-segretario provinciale Rosa Bianca: «Prendiamo atto che il costante lavoro di boicottaggio e lacerazione operato dal sindaco ai danni della nostra forza politica, unito alla totale mancanza di volontà del Pd di avviare con noi un confronto serio e franco, segnala che il Partito Democratico ha deciso l’allontanamento dei centristi secondo un lucido disegno provinciale: da una parte si è eliminata la voce dei moderati, dall’altra si è comunicato alla sinistra radicale che con lei c’è un rapporto privilegiato e che ai centristi non è riconosciuta la stessa dignità politica che si riconosce ai comunisti».
«Per decisione unilaterale del Pd» -conclude Grazzini- «si sono dunque sacrificati programmi, patti e, soprattutto, la volontà degli elettori. A questo punto è ovvio che il Pd cerca i voti dei centristi ma ne rifiuta gli esponenti. A parte questo dettaglio, consideriamo il messaggio che il Pd ci ha inviato sufficientemente chiaro e sapremo trarre le dovute conclusioni al momento opportuno».

da Il Secolo XIX del 19/10/10

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Fumata bianca ad Arcola, nasce la Giunta Giorgi bis. Con la firma apposta sui decreti, Livio Giorgi ha posto fine all’estenuante attesa. Luigi Arpe, Argenio Bertucci, Roberto Colombo, Giuseppe Mori e Emiliana Orlandi: sono questi i nomi dei cinque assessori che il scelti per gestire risorse e bellezze del quarto Comune della Provincia.

Due nomi della vecchia Giunta e tre new-entry. Rassegna formalmente le dimissioni, già anticipate in precedenti consigli comunali, l’Assessore esterno Gianni Benvenuto. E oltre a aver reso noti i volti e i nomi dei suoi collaboratori, il primo cittadino ha anche assegnato compiti e deleghe. Argenio Bertucci (Socialisti) ricoprirà la carica di Vice Sindaco con delega ai Servizi sociali e servizi demografici. Emiliana Orlandi (Pd) sarà il nuovo Assessore all’Urbanistica, cultura e politiche giovanili. Roberto Colombo, nuovo entrato e sempre Pd, si occuperà invece di ambiente, attività produttive, industria, artigianato, commercio ed agricoltura. Assessorato impegnativo per Giuseppe Mori, attuale capogruppo Pd, sue sono le deleghe a Bilancio, programmazione economica dell’Ente.

Un discorso a parte per Luigi Arpe che lascia il gruppo della Rosa Bianca creando un gruppo indipendente di Centro ed entra a far parte della Giunta con la delega a Turismo, Sport e volontariato. Per il momento il Sindaco Giorgi mantiene per sé le deleghe relative a Lavori Pubblici, Polizia Municipale. Chi si aspettava dunque un rientro di Enrico Fontana dei Comunisti Italiani, dovrà ancora aspettare.

Non aspettano invece i rappresentanti provinciali della Rosa Bianca per l’Italia, che con un loro comunicato annunciano di aver espulso Luigi Arpe dal gruppo Centrista. «Ha tradito la nostra linea politica» – dichiara Livio Grazzini – «Arpe è reo di aver partecipato a trattative politiche personali».

Da Il Secolo XIX del 8/10/10

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La fumata bianca bianca si è levata dal castello alle 19 di ieri. Arcola, dopo mesi di confronti politici, attese e rinvii ha una nuova giunta. Nuova di zecca dal punto di vista delle deleghe. Resta solo, ma ancora per qualche giorno, l’incognita dei Comunisti Italiani ancora indecisi se rientrare o meno nella squadra di governo.

Il sindaco, che vuole a tutti costi il loro rappresentante Enrico Fontana, lascia loro una porta aperta. Questo affinchè si ricomponga la maggioranza eletta dai cittadini un anno e mezzo fa. Ma ecco i nomi degli assessori debuttanti e relative deleghe. Luigi Arpe, titolare del turismo, dello sport e del volontariato. Arpe è politicamente un indipendente. Ma solo un mese fa faceva parte della Rosa Bianca Udc che lo ha cacciato dal partito con un comunicato che rompe in modo netto con il Partito Democratico e il sindaco Livio Giorgi. Che, come si ricorderà, rimosse, ad agosto, il leader centrista Massimiliano Notarangelo.
L’altro debuttante è Roberto Colombo del Partito democratico. A Colombo sono state assegnate le deleghe all’ambiente, attività produttive, industria, artigianato, commercio e agricoltura. Il neo assessore ha un ruolo di primo piano nel comitato di zona del Termo-Baccano-Pianazze.
Il terzo volto nuovo in giunta è quello di Giuseppe Mori capogruppo consiliare del Partito democratico. A Mori sono state assegnate le deleghe al bilancio, programmazioni economiche dell’ente, patrimonio, decentramento, rapporti con l’ente e con le società partecipate. I restanti sono volti noti. Quella del vicesindaco Argenio Bertucci, socialista ma con nuove deleghe: servizi sociali e demografici. E della Emiliana Orlandi che si è vista attribuiti nuovi incarichi: urbanistica, programmazione territoriale, nettezza urbana, decoro, pubblica istruzione e politiche giovanili. Il sindaco Livio Giorgi ha mantenuto il mandato alle risorse umane, polizia municipale, attuazione del programma e lavori pubblici.

Ma il quadro politico arcolano resta in forte fermento. Italia dei valori e Rosa Bianca preannunciano “battaglia”.

Da La Nazione del 8/10/10

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«Rassegno le dimissioni da assessore per motivi di lavoro». Lo ha dichiarato ieri pomeriggio, durante il consiglio comunale di Arcola, l’ingegner Gianni Benvenuto, assessore esterno con delega alle risorse umane, organizzazione ed efficienza della macchina comunale e attuazione del programma.

Benvenuto, dirigente dei lavori pubblici della provincia della Spezia, è il terzo componente della giunta guidata da Livio Giorgi a dimettersi dopo Enrico Fontana e Matteo Zannoni, il quarto se si aggiunge l’estromissione di Massimiliano Notarangelo avvenuta il 10 agosto scorso su decisione del sindaco. Così, invece del tanto atteso rimpasto, la squadra di Giorgi perde un altro pezzo. Un ulteriore colpo di scena per la politica arcolana che proprio ieri attendeva l’annuncio ufficiale del primo cittadino riguardo alla composizione della nuova giunta.

Invece c’è stata una “fumata nera”: Giorgi ha preso tempo posticipando di qualche giorno  la nomina dei nuovi assessori, che sarà effettuata durante  il consiglio comunale della prossima settimana. «Non siamo ancora in grado di fornire i nomi dei componenti» -ha affermato il sindaco- «ci vogliono ulteriori tempi di aggiustamento ma nel prossimo consiglio presenteremo la nuova squadra e le linee programmatiche di governo»

Ancora sette giorni circa e si saprà la verità. Nel frattempo sui sei componenti di giunta nominati nel giugno 2009 all’indomani delle elezioni comunali restano in carica solo il vicesindaco Argenio Bertucci e l’assessore all’ambiente Emiliana Orlandi.

Intanto il consiglio ha approvato la mozione sull’acqua come bene comune presentata dal consigliere della Lista Civica Salvatore Romeo. La mozione, approvata con l’astensione dei consiglieri Udc e del socialista indipendente Mario Carrani e il voto contrario del Pdl,  impegna l’amministrazione a modificare lo statuto comunale dichiarando diconfermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integratoe riconoscere cheil servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.

Da Il Secolo XIX del 30/9/10

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Le elezioni regionali sono oramai alle spalle e ad Arcola sono iniziate le grandi manovre per riassestare la giunta dopo gli scossoni dei mesi scorsi: le immediate dimissioni dell’assessore Fontana, le dimissioni dell’assessore Zannoni, la restituzione della delega al bilancio del consigliere Mori, la restituzione della delega allo sport e poi ritirata del consigliere Arpe e, per ultimo, il passaggio del consigliere Zannoni dal gruppo dell’IDV al gruppo misto; tutto questo mentre si assiste al perdurare di latitanze nei lavori delle commissioni e del consiglio (anche in occasioni importanti quali il PUC e il Bilancio) di consiglieri molto votati nelle elezioni comunali dello scorso anno e all’accentramento di importanti deleghe nelle mani del Sindaco (impegnato a tempo parziale in Comune) quali i Lavori pubblici, i Servizi Sociali, il Bilancio, la programmazione economica ecc. ecc.

Aumenta nel frattempo il malumore di alcuni consiglieri della stessa maggioranza che a distanza di dieci mesi dall’inizio della legislatura non vedono realizzato alcun intervento del programma elettorale e che sono sempre più in difficoltà a giustificarsi nei confronti dei cittadini che li hanno votati.

Malumore in alcuni settori della maggioranza anche dovuta ai risultati elettorali regionali che ad Arcola hanno visto la sinistra storica (PD + Comunisti + Socialisti) attestarsi oltre il 50% a dispetto di chi sostiene che Arcola sta andando verso il centro.

E’ evidente a tutti coloro che hanno occhi per vedere che l’attuale giunta non rappresenta più la realtà politica arcolana, visto che ha raggiunto a malapena il 37% e anche con l’IDV (non presente in giunta) non va oltre il 43%.

Di sicuro il Sindaco Livio Giorgi ha di che riflettere!!!


Salvatore Romeo, 8/4/2010

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Verrà istituita anche ad Arcola la figura del presidente del consiglio comunale, carica fin’ora assente all’interno dell’amministrazione arcolana.

A deciderlo è stato il locale consiglio comunale dopo  un’autentica “maratona” iniziata alle ore 20 di giovedì 30 luglio e protrattasi oltre le due di notte per poi riprendere alle 20 di venerdì 31: all’ordine del giorno ben 21 punti di discussione, alcuni dei quali segnano novità rilevanti per il comune capitanato dal sindaco Livio Giorgi.

Il punto rovente della prima serata è stata proprio la “modifica dello statuto comunale” che prevede appunto la creazione del presidente del consiglio comunale su proposta dei consiglieri di maggioranza.

Le oltre tre ore di dibattito in sala hanno avuto per protagonisti da una parte il sindaco Livio Giorgi e l’assessore al personale Gianni Benvenuto a favore della nuova istituzione, e dall’altra i consiglieri del Pdl Piergiorgio Leoni e Corrado Santini assieme al consigliere della Lista Civica per Arcola Salvatore Romeo che si sono opposti fermamente.

In avvio di seduta i consiglieri di maggioranza hanno respinto la proposta del consigliere Romeo di sospendere la pratica per poterne discutere più approfonditamente in sede di commissione, approvando la pratica con i voti di Pd, Udc, Idv, Socialisti e Comunisti Italiani. Contrari Romeo e tutto il Pdl.

Sulla vicenda il consigliere Romeo va giù duro:  «E’ una vera vergogna: la maggioranza ha compiuto un atto di grave arroganza non accogliendo la proposta di rinvio per approfondire meglio il tema».

«Ad Arcola» -ha proseguito Romeo- «il presidente del consiglio non serve assolutamente a nulla se non  a creare un posto in più e a recuperare l’ex assessore Enrico Fontana in quanto si verificheranno le condizioni poste dal PdCI: o il vicesindaco o fuori l’Udc dalla giunta. E questa sarebbe la politica che fa avvicinare il cittadino alle istituzioni?»

Per la carica di presidente del consiglio, che verrà decisa più avanti, si fanno le ipotesi dell’attuale assessore al turismo Massimiliano Notarangelo o del vice sindaco Argenio Bertucci.

Da “Il Secolo XIX” del 2/08/09

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